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Sin dai primi tempi ho considerato il Coro Asiago come una delle più genuine espressioni, uno dei più duraturi "prodotti" culturali della nostra comunità: che un certo numero di uomini maturi e di giovani (gente d'ufficio, operaia o dei campi) si ritrovassero, dopo il lavoro, due sere la settimana per settimane e settimane e per anni, al fine di imparare a cantare sempre meglio insieme, m'è sempre parso un fatto... da riempire l'animo d'orgoglio.
E soprattutto poi perchè queste cante di montagna, provate e riprovare più volte, ce le offrivano e ce le offrono in dono in mille luoghi e in mille occasioni. Avere il Coro presente in certe circostanze era ed è un motivo d'onore, una presenza gratificante anche se forse non sempre da tutti valorizzata: da tanti nostri ragazzi, ad esempio, sempre più plagiati dalle offerte musicali della TV, da motivi vuoti di significato, banali e passeggeri, certamente spesso privi della semplicità, del sentimento, della poesia e della verità di un "Signore delle cime" o della "Contrà de l'acqua ciara" o di tante altre cante del repertorio.
Patrizio Rigoni
Compiere gli anni senza invecchiare è solo prerogativa delle canzoni e dei Cori che le mantengono vive e giovani nel tempo. Anche il "Coro Asiago" è rimasto giovane con le sue "cante": giovane, ed armonioso come lo sono le note che, in questi cinquant'anni hanno allietato tante serate, affollate di gente, bramosa di riempirsi di serenità e di gioia.
Anche per le Chiese del nostro Altopiano è passata l'onda dei canti, con i quali il "Coro Asiago" ha reso più misterioso l'Evento del Natale: un'onda di sommesse "ninna-nanne", per dare voce alla Vergine madre, china sul bambino, e di robusti "alleluia" per dare forza al canto degli angeli.
I canti del vostro Coro si elevano fino a raggiungere le più alte vette delle nostre montagne; si dilatano nelle valli, ma penetrano soprattutto nei cuori. In questi anni, vedendo sempre affollati i luoghi in cui il vostro Coro si esibiva, pensavo che con il tempo si sarebbe esaurito l'interesse. Al contrario, invece, esso sembra crescere e, con l'interesse non solo il desiderio di porsi in ascolto ma di poter sognare e respirare l'aria pura di questi nostri monti.
Don Antonio Bortoli (in occasione del 50esimo del Coro)